La fiaba che vi presento, dal titolo «Il Fiore», scritta nel corso di un laboratorio di evoluzione personale con le tecniche artistiche e narrative del Metodo Autobiografico Creativo, ci mostra il prezioso e salvifico potere dell’amore materno che, nel momento del distacco dall’amata figlia, testimonia tutta la forza che la vita può esprimere nelle contingenze più dolorose.
IL FIORE
In un paese lontano, lontano, in un tempo lontano, lontano vi era una foresta fitta e profonda, ricca di alberi dalle folte fronde cariche di foglie verde acceso. Nel più fitto e profondo cuore della foresta, in una casina isolata, abitavano un uomo e una donna. Per tanto tempo avevano voluto un figlio finché un giorno il desiderio si realizzò! Nacque una bambina così bella e preziosa che la donna, nella luce splendente filtrante dalle fronde, decise di chiamarla Fiore.
La felicità era perfetta! Avvenne, solo due notti dopo, un improvviso e inaspettato frastuono assordante! Squassò la foresta fin nel profondo delle viscere della terra! Una malvagia forza dell’oscurità aveva saputo dell’avvento e si era allora presentata alla coppia, nel cuore della notte, per pretenderne il cuore! I due sposi non capirono nulla, pensavano di sognare e, atterriti dalla paura, ascoltarono.
Quella bambina non aveva solo un cuore puro come tutti i neonati ma per di più un cuore speciale! Unico e raro, di cristallo prezioso e polvere di diamante, per metà quel piccolo cuoricino aveva il potere di guarire gli esseri umani dall’abisso della malvagità umana ed ecco perché il regno dell’oscurità lo pretendeva assolutamente! A qualunque costo! Così tuonava l’angelo del male! Ma ancor prima che l’essere immondo completasse la sua richiesta, la donna raccolse tra le braccia la piccola e ignara Fiore e, con tutta la forza della disperazione e ancor di più, cominciò a correre e correre e correre in cerca d’aiuto.
Il fitto della foresta le faceva da scudo. Sapeva che l’angelo oscuro volteggiava su di lei ma il suo cuore insieme a quello della piccola Fiore battevano all’unisono emanando una magica e straordinaria melodia d’amore che confondeva i pensieri del male. Quella melodia così forte e dolce pervase la foresta e mentre depistava la forza del male arrivò prepotente al sentire del grande sciamano che risiedeva al di là delle terre irte e rocciose al confine dell’aurora. Egli conosceva bene quella melodia, era il canto d’amore che unisce le madri ai loro figli e ne fu commosso. Decise allora di allungare le sue braccia verso di loro e accoglierle nella sua dimora.
Per molti mesi rimasero in quei luoghi e la donna sperava di poter salvare la sua creatura dal male, ma sapeva che non sarebbe durata a lungo, anche se avesse dato la sua stessa vita per sottrarre Fiore al suo destino. Lo sciamano le aveva detto e spiegato la verità di quegli avvenimenti: Fiore era stata scelta per abitare nel regno di Luce! Il suo cuore prezioso era destinato alla gloria eterna, accanto agli dei. Per questo l’angelo del male lo reclamava, per annientarlo e distruggere così il suo prezioso e salvifico potere!
L’unico modo per salvare Fiore era consegnarla al suo destino! Ma la donna per nulla al mondo avrebbe voluto rinunciare al suo più grande, unico e prezioso dono! Lo sciamano le mostrò altre donne con i loro bambini, le spiegò che era il mistero del Signore della vita che assegnava con arbitrio questi preziosi poteri affinché si facesse memoria del valore del dono della vita. Tutte loro erano lì per affrontare un lungo viaggio! Un viaggio duro e faticoso durante il quale spesso si rimane soli, si patisce il freddo e la carenza di sonno! Ma la donna era certa di potercela fare ad affrontare tutto!
La piccola Fiore però non era arrivata per rimanere e durante i lunghi mesi la sua fiamma vitale si era affievolita e tendeva a spegnersi. Era in queste circostanze che la magia del loro amore esplodeva. Con le mani calorose, la riscaldava e le infondeva la presenza e la forza del contatto. Con la voce della vita, le infondeva il coraggio e la gioia di vivere.
A volte la madre aveva avuto la sensazione di non potercela fare ma le bastava guardare negli occhi la sua bambina sorridente per ritrovare la forza e la speranza. Così il tempo passava e la piccola Fiore cresceva poco e viveva con la sua mamma. Venne un giorno in cui lo sciamano comunicò di doverle mostrare un luogo. Così la condusse in una radura desolata su cui, imponente, si ergeva un grande e maestoso cancello con le ante che facevano un ampio movimento come di ali. Al di là si scorgeva un sole rosso e acceso di calda estate.
Una figura alta e lucente si avvicinò a loro. Subito la donna, con la sua creatura in braccio, provò timore e si ritrasse. Lo sciamano, con voce ferma e profonda, si rivolse a lei dicendo: «È da tempo che osservo e aspetto, donna, il vostro viaggio si conclude qui!». La donna provò un lancinante dolore e subito si diede alla fuga. Per molti giorni e molte notti vagò per la radura cercando rifugio. Sentiva forte la presenza dell’angelo malvagio e stringeva forte al petto la sua piccola creatura, cantando e accarezzandole il viso e il capo. Ma lontano dallo sciamano la piccola fiamma della sua vita si affievoliva ogni ora di più!
Fu così che durante il loro peregrinare lo invocò nuovamente e subito si ritrovò di fronte al maestoso cancello. La figura di luce si presentò nuovamente a lei: «Cedila a noi affinché possiamo prendercene cura!». Non avrebbe voluto! Non voleva privarsi della sua adorata figlia! Ma improvvisamente diede uno sguardo al volto della sua bambina e vide il suo viso rasserenarsi e riprendere luce! Fu per questo che la donna acconsentì affinché la figura di luce accogliesse la sua piccola e stanca creatura coraggiosa!
Con tutto il dolore che un essere umano può sostenere, la guardò allontanarsi tra le sue braccia e perdersi nella luce. Quando fu lontana, lontana, un’esplosione di luce invase gli occhi della donna pervadendole tutto il corpo e l’anima e così rimase per sempre a testimonianza del grande potere della forza della vita. Il suo primo dono fu riempire di luce proprio sua madre!