La fiaba che vi presento, dal titolo «Il gatto Edward dalle orecchie di scimmia», scritta nel corso di un laboratorio di evoluzione personale con le tecniche artistiche e narrative del Metodo Autobiografico Creativo, ci mostra tutto il potere salvifico e corroborante della gentilezza e dell’altruismo nell’ambito delle relazioni familiari, amicali e sociali.
IL GATTO EDWARD DALLE ORECCHIE DI SCIMMIA
Non è stato decisamente semplice trovare un’immagine all’interno del foglio sommerso da mille colori ma alla fine, cercando e ricercando, uscì fuori il musetto di un micio con le orecchie giganti che mi sorrideva e sembrava che stesse attendendo il mio arrivo.
C’era una volta una famiglia di gatti composta da mamma, papà e il cucciolo Edward il quale si sentiva molto amato, protetto e anche viziato perché i suoi genitori, essendo figlio unico, gli compravano un sacco di regali. Ma un bel giorno mamma e papà gli comunicarono che presto sarebbe arrivata una sorellina e gli spiegarono che con il suo arrivo, quando sarebbe cresciuta, avrebbe potuto giocare con lei e non più come era solito fare.
Edward apprese la notizia con estrema serenità, incurante dei cambiamenti che avrebbe dovuto sostenere in futuro. Nacque Luna, una micetta bellissima, di colore grigio, con la particolarità di avere le zampette bianche e una macchia sulla fronte a forma di fiamma. Essendo nata da poco, essa riceveva tutte le attenzioni da parte dei genitori e dai parenti e questa situazione disturbava molto il piccolo Edward, innescando in lui una sorta di gelosia e rabbia non indifferente. A quel punto, non fu più contento della nascita della sorella e iniziò, per attirare l’attenzione dei genitori, a far loro dei dispetti come, ad esempio, svegliare Luna mentre dormiva oppure rubarle i giochi mentre si dilettava a giocare.
La piccola gattina crebbe, ma la situazione non cambiò ed essa piangeva spesso, mostrando sofferenza per il comportamento del fratello maggiore. Non sapeva come convincerlo che gli voleva molto bene e che la sua intenzione era di giocare insieme senza litigare. Ma un giorno, dopo l’ennesimo battibecco, accadde una cosa particolarmente strana. Le orecchie del micio iniziarono a trasformarsi. Più lui si ostinava a far del male alla sorellina più le orecchie di Edward diventavano giganti, prendendo una forma simile a quelle di uno scimpanzé. Si stava trasformando in un mostro e nel guardare la sua immagine allo specchio si spaventò talmente tanto che si nascose dentro l’armadio e non volle più uscire.
Era davvero disperato e confuso. Luna che aveva un cuore colmo d’amore per il fratello, nonostante le ingiustizie che aveva subito, si sentì profondamente rammaricata per l’accaduto, tanto da alimentare il proprio senso di colpa quantunque non avesse alcuna responsabilità diretta. Il suo desiderio ardente era che suo fratello ritornasse normale. Una notte, mentre Edward dormiva, gli comparve in sogno una scimmia con le orecchie da gatto. La scimmietta era tutta bianca, circondata di luce, e indossava una veste luminosa color del cielo e con delle striature dorate. L’aria profumava di violetta e di rosa.
La scimmia aveva un messaggio molto importante da comunicare a Edward. Gli disse che se avesse iniziato ad accettare e ad amare la piccola Luna, avrebbe riavuto le sue orecchie, ma ciò poteva avvenire soltanto dopo aver compiuto tre gesti altruistici nei confronti della sorella, basati sulla sincerità e provenienti dal cuore.
Edward accettò irrevocabilmente la sfida che gli era stata proposta dalla scimmia. Il giorno seguente, il gatto iniziò subito con il primo gesto carino rivolto alla sorella e le permise di bere il latte dalla sua ciotola senza indugiare. La piccola micina era però lenta a bere, era ancora piccolina, ma il fratello impaziente ed affamato, dopo un po’ che attendeva, fece per spostarla e si mise a bere il latte con foga e ingordigia mentre Luna rimase a guardarlo stupefatta.
Come secondo gesto, il gatto impertinente decise di aiutare la sorella a lavarsi leccandole il pelo ma, accortosi che anche il suo bel manto era tutto sporco, obbligò la sorella a lavarlo in quanto lui si era stancato e aveva bisogno di riposare.
Il terzo gesto consisteva nel prestarle il suo topino preferito per giocare ma disgraziatamente Luna, mentre giocava, gli staccò la coda. Edward andò su tutte le furie e la sgridò, sbottando con una rabbia incontenibile. Nonostante queste vicissitudini, il gatto era convinto di riavere le orecchie di prima, addormentandosi persino fiducioso e convinto che tutto questo si sarebbe realizzato.
La mattina seguente si svegliò e corse velocissimo in bagno per controllare le sue orecchie ma nel rivedere la sua immagine riflessa nello specchio ebbe un’amara sorpresa in quanto le sue orecchie non solo non erano ritornate quelle di prima, ma erano addirittura cresciute in modo esponenziale.
Arrabbiato e deluso per l’accaduto si rinchiuse in stanza per tutto il giorno a piangere quando, immerso nella sua disperazione, udì Luna urlare e chiedere aiuto. Si era arrampicata sopra un albero ed era in pericolo perché non riusciva a scendere e il ramo che la sosteneva era talmente sottile che rischiava di spezzarsi, facendola precipitare a terra.
Bisognava intervenire subito pensò Edward e così fece un salto sul tetto cercando di trovare una soluzione per salvare la sorella. L’unica cosa che poteva fare consisteva nell’incitarla a dirigersi verso il tetto dove si trovava lui in quel momento. Luna prese coraggio e con un gran balzo saltò ritrovandosi tra le braccia del fratello che la sorresse salvandole la vita.
L’emozione fu così forte che scoppiarono in lacrime e mentre si abbracciavano le orecchie di Edward ritornarono normali. Questo episodio fu di grande insegnamento per il micio e da quel giorno non lasciò mai più sola la piccola Luna.